L’ultimo post.

Con questo post, concludo la mia sfida dei trenta giorni.

Mi sono chiesta a lungo quale argomento scegliere per la conclusione ufficiale dell’impresa, e avevo in bozza tre post: il prossimo della categoria “cucina sentimentale per dummies”, uno sull’amore, e uno sul potere dei chilometri.
Ma alla fine credo che sia più corretto fare una specie di bilancio di questa esperienza, cercando di capire se mi è servita a qualcosa, e a cosa. Continua a leggere “L’ultimo post.”

Quelle sere che.

Mio marito e io stiamo organizzando un viaggio negli USA, che sarà le nostre ferie estive (ammesso che la nuvoletta di Fantozzi che ci stiamo portando appresso da qualche settimana non ci impedisca di partire).
Gireremo un po’ tra la zona di Cape Cod, dove abbiamo dei conoscenti, e Boston, dove lui ha un impegno di lavoro, e ovviamente stiamo prenotando gli hotel via web.

Stasera ho avuto la brillante idea di dire a mio marito: “Ehi, ho controllato le ultime recensioni dell’hotel a Boston … Un sacco di gente scrive che ci sono i bed bugs!”

“Cosa?”

“Cimici. Cimici dei letti. Bleah.”

“Beh, troviamone un altro!”

Ora: il mondo non lo sa, ma mio marito e io siamo dei trend setter. È palese.
Quando noi compriamo una macchina nuova, tutti si comprano quella macchina (la Dacia deve a noi il picco delle vendite che ha avuto attorno al 2010, per esempio); se noi ci muoviamo in una direzione, tutti vanno in quella direzione; se noi andiamo in una città, il mondo si riversa in quella città.
Pare incredibile, ma negli stessi giorni in cui noi saremo a Boston, ovviamente tutto il mondo sarà a Boston – quindi gli unici hotel con disponibilità sono quelli che costano un macello. Ma un macello forte.

Io non mi scoraggio, però. E sono avanti: “Ho trovato una bella stanza in Airbnb, molto centrale e con belle recensioni”.

E così ho trascorso le ultime due ore a tentare di fare una prenotazione su Airbnb – ma sto infilando un errore dietro l’altro, e una difficoltà dietro l’altra, come se si trattasse di una gimkana, e non dell’organizzazione di un soggiorno. Ed è probabile che mi stiano addebitando comunque una montagna di costi di gestione per le pratiche.
Ditemi quello che volete, ma per me l’interfaccia di Airbnb non è affatto user friendly. Oppure io sono davvero anziana, come insinua la mia dolce metà.

Comunque sia, sta di fatto che questa cosa forse mi impedirà di scrivere il solito post per la sfida dei trenta giorni. Che nervi. Ad un giorno dalla conclusione. Ah, chi l’avrebbe mai detto, che avrei mancato il traguardo proprio quando era a portata di mano … Peccato. E buonanotte a tutti.

[Per chi si chiedesse come sono fatti i “bed bugs”, ecco qui la pagina di Wikipedia. Solo per stomaci forti…]

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Undisclosed recipients (ovvero: ma anche no)

Undisclosed recipients (ovvero: ma anche no)

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Angelo.

Angelo.

Qualche volta mi chiedo che fine abbia fatto Angelo.
L’ho conosciuto a Roma nell’estate del 1987: io ero al secondo anno di università, lui di anni ne aveva appena sette. Viveva con la sua famiglia (padre, madre e due sorelline più piccole) nel quartiere Laurentino 38: occupavano abusivamente un paio di stanze in quello che avrebbe dovuto essere un asilo, e aveva finito invece per essere la dimora di un’umanità variamente ferita. Angelo e la sua famiglia dormivano tutti insieme, nel letto matrimoniale. E non erano neanche quelli che se la passavano peggio. Continua a leggere “Angelo.”

Stasera no – remake

E anche stasera: niente, non mi viene in mente niente.

O meglio: mi vengono in mente troppe cose, alcune molto autobiografiche e in tempo reale (e preferisco farle decantare), altre troppo lontane e strappalacrime. E poi c’è sempre il filone “cucina sentimentale per dummies” (vedi qui, poi quie qui), con un quarto post che sobbolle in pentola ma non è ancora cotto a puntino.

Queste ripetute crisi creative hanno essenzialmente due ragioni. Continua a leggere “Stasera no – remake”

Le storie degli altri.

Se non ricordo male, è stata la mistica francese Madeleine Delbrel a dire “Il nostro cammino è disegnato da Dio e impastato dagli uomini“. Laicamente e con più pessimismo, Jean Paul Sartre diceva “L’enfer, c’est les autres“, l’inferno sono gli altri.

A me pare che queste due citazioni siano gli estremi di uno stesso filo, o due sguardi diversi sullo stesso panorama: nel bene e nel male, sono soprattutto gli altri a renderci ciò che siamo. Continua a leggere “Le storie degli altri.”

Coraggio a rotelle.

C’è stato un tempo in cui io ho avuto paura di amare.
Puntavo con precisione millimetrica uomini che certamente mi avrebbero rifiutata, e costruivo con cura il mio personale sabotaggio. Così conquistavo il diritto di piangermi addosso – che è sempre più facile dell’impegnarsi in una relazione, e sudare per tenerla in piedi – e di incolpare altri per la mia stasi sentimentale.
In poche parole: ero una lagna di zitella. Continua a leggere “Coraggio a rotelle.”

Come si mangia in Italia – breve vademecum per stranieri in vacanza

[Ok, baro di nuovo… questo pezzo l’avevo scritto nel 2013 in un altro blog (nel frattempo defunto). Lo rispolvero perché la giornata lavorativa è stata complessa, e non ho tempo di scrivere per la sfida dei 30 giorni. L’ho leggermente rimaneggiato, e sto progettando di tradurlo in inglese, per amplificarne il fondamentale valore sociale. ]

 

In Italia, la “food experience” comincia molto prima di sedersi a tavola, e comprende molto più di una serie di alimenti. Ne fanno parte:

1) La definizione del menu e la scelta degli ingredienti (per esempio: ogni portata “chiede” un vino particolare, è severamente vietato scegliere a casaccio!)

1.1.   NOTABENE: no, il cappuccino non è una bevanda a tutto pasto: in Italia va bene a colazione, o comunque lontano, molto lontano dai pasti. Un caffè dopo i pasti, invece, è concesso e spesso consigliato – DOPO i pasti, appunto…  Continua a leggere “Come si mangia in Italia – breve vademecum per stranieri in vacanza”

Stasera no – remixed.

Stasera no – remixed.

Questa potrebbe essere la seconda volta, da quando ho iniziato la mia personale Sfida dei 30 giorni, in cui non raggiungo l’obiettivo del post giornaliero da 500 parole (ogni volta che ci penso, mi chiedo come mi sia venuto in mente questa cosa delle 500 parole. Voglio dire: cin-que-cen-to! Se non fossi praticamente quasi astemia – almeno per i parametri veneti – direi che ero ubriaca, quando mi sono posta questa misura).

Scrivere tutti i giorni non è facile, soprattutto se chi scrive non ha nessuna intenzione di dare la propria vita quotidiana in pasto a chi legge. Continua a leggere “Stasera no – remixed.”

Quanta idiozia può starci, in un titolo?

Io ancora penso che sia un fake. O un esperimento sociale, tipo per vedere come reagisce la gente. No, davvero: io non ci posso credere. Sto ancora aspettando che mi dicano che è una burla, perché non posso credere che un titolo del genere sia davvero stato stampato:

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E invece è successo. E la cosa ha suscitato un tale putiferio, soprattutto sui social media, da costringere l’editore a licenziare il direttore del Quotidiano Sportivo, Giuseppe Tassi (che peraltro pare sia prossimo alla pensione). Continua a leggere “Quanta idiozia può starci, in un titolo?”