Stasera no – remake

E anche stasera: niente, non mi viene in mente niente.

O meglio: mi vengono in mente troppe cose, alcune molto autobiografiche e in tempo reale (e preferisco farle decantare), altre troppo lontane e strappalacrime. E poi c’è sempre il filone “cucina sentimentale per dummies” (vedi qui, poi quie qui), con un quarto post che sobbolle in pentola ma non è ancora cotto a puntino.

Queste ripetute crisi creative hanno essenzialmente due ragioni.

La prima è che mi sono lanciata nella mia sfida dei trenta giorni (che si concluderà il 18 agosto, se non ho calcolato male…) di punto in bianco, senza premeditazione: è stato l’impulso di un momento, subito dichiarato in pubblico e reso in qualche modo vincolante, almeno per me stessa.
Il risvolto pratico di quella totale assenza di premeditazione è una quasi totale assenza di programmazione: non sono partita con un piano editoriale, per intenderci, e non l’ho messo a punto nemmeno dopo.

I primi insegnamenti che sto traendo dalla sfida è che per essere letti … bisogna scrivere, e scrivere spesso, e che un piano editoriale aiuta.

Alla fine di questi trenta giorni, non credo che manterrò lo stesso ritmo di pubblicazione, ma credo che metterò a punto il mio personale piano editoriale, anche se questo blog è semplicemente la mia isola che non c’è, la mia valvola di sfogo, la mia palestra di scrittura.

La seconda ragione è che faccio fatica ad applicare la disciplina a qualcosa che per me è personale e creativo. So che questo è un limite, e questa esperienza me lo sta dimostrando. La buona notizia è che posso lavorarci. E che  l’idea di lavorarci mi piace, come sempre mi piace superare i miei limiti o imparare qualcosa di nuovo.

Però stasera va così, mi dispiace. Non scriverò il mio post quotidiano, e per la prima volta mancherò l’impegno assunto con la sfida. Mi spiace. Mi scuso.

[Dalla regia, peraltro, mi fanno notare che questo è un post, tecnicamente. Quindi anche stasera sì.]

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